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UNA NUOVA ODISSEA...
L'illustrazione di Adamo Calabrese
FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
Buon compleanno Odissea
lunedì 18 marzo 2024
“THE GENTLEMEN”
SCAFFALI
di
Angelo Gaccione
Federico Migliorati
Italia e Francia tra 1943 e 1947 nel saggio di
Federico Migliorati.
È uscito di recente per la casa
editrice lucchese “Tralerighe” (pagg. 112 € 16) a seguito del riconoscimento
del Premio Tralerighe Storia il saggio storico del giornalista Federico
Migliorati dal titolo I rapporti Italia-Francia tra il 1943 e il 1947
che approfondisce il fitto complesso di relazioni relative ai due Paesi in
quello snodo temporale cruciale di metà Novecento. Il libro riporta in luca la
politica praticata dal fascismo nei confronti dello Stato d’Oltralpe che non si
può certo definire distensiva men che meno vòlta al riappacificamento, ma che è
stata certamente facilitata dal “terreno favorevole” di una tradizione di
contrasti, di problemi non risolti e di una atmosfera di costante e latente
tensione poi abilmente coltivata dal duce nelle sue rivendicazioni
territoriali. Allo stesso modo il “coup de poignard” del 1940 ha finito per
essere usato dai francesi, anche in sede di trattato di pace negli anni 1946-1947,
ogniqualvolta si era reso necessario adottare o intensificare una linea di
durezza nei confronti dell’Italia tanto in campagne di stampa quanto nelle
relazioni diplomatiche.
Federico Migliorati |
Il libro si sofferma, tra l’altro, su alcune delle
figure principali del periodo come quella di Alcide De Gasperi che ha
rappresentato, forse, l’esempio più illustre di lungimiranza e grande volontà
di appianare contrasti e difficoltà, dapprima in qualità di ministro degli
esteri e successivamente come capo del governo. La consapevolezza dei dirigenti
francesi e soprattutto di De Gaulle di essere importanti agli occhi degli
italiani li ha portati a sfruttare la situazione e ad approfittare delle circostanze:
e questo è stato uno dei motivi per cui i vari governi della Penisola hanno
incontrato soverchie difficoltà nel cammino di riavvicinamento al Paese
d’Oltralpe. Per la realizzazione del saggio Migliorati ha compulsato in
particolare i Documenti Diplomatici Italiani, testi di fondamentale importanza
per comprendere nelle pieghe della diplomazia il corso degli eventi.
IN VERSI
di Luigi Caroli
Oggi una firma maldestra
(ma dalla CIA ben retribuita)
scrive ch’è dover degli
italiani
gli ucraini a lungo e forte
ringraziare.
Ci penserà la nostra
sgovernante!
Effusioni con Zelensky n’ha
fatte tante.
Con musica di Haendel
gli potrà cantare:
“Lascia la spina
cogli la rosa.
Tu vai cercando
il tuo dolor”.
IL POEMETTO DI DE NAPOLI
di Tommaso Di
Brango
Giovanni
Pascoli ha spiegato, con chiarezza forse ineguagliabile, che, se si vuol
diventare adulti e andare incontro alle sfide del mondo, occorre dare ascolto
alla voce di quel fanciullino interiore
che solo i poeti sanno esprimere con parole. Non c’è dunque da sorprendersi se,
nel corso della sua ormai lunga carriera di poeta, Francesco
De Napoli ha, di tanto in tanto, sentito il bisogno di tornare a riflettere
su sé stesso, sui ricordi d’infanzia, sulla cultura contadina della natia
Lucania. Se non l’avesse fatto, non avrebbe potuto misurarsi con la crisi della
sinistra, il dilagare del neocapitalismo, la fine (reale o presunta) delle
ideologie e i provincialismi della repubblica delle lettere. Così, dopo aver
dato alle stampe la versione in volume unico della sua Trilogia dell’infanzia, nell’ormai lontano 2011 (vedi F. De Napoli,
Carte da gioco – Trilogia dell’infanzia,
Venosa (PZ), Osanna edizioni, 2011), l’autore de La dinamica degli eventi si è messo d’impegno per realizzare un
poemetto intitolato Ventilabro –
Scotellariana, pubblicato a Roma nel 2019. Si è trattato di un lavoro lungo
e denso – al termine del libro si legge: «Cervaro, 2012-2019» –, dal quale
traspare l’intenzione di chiudere una volta per tutte i conti coi fantasmi di
un passato refrattario a qualsiasi tentativo di dargli un ordine e sempre
gravido di sorprese. Al centro del libro ci sono due temi: la Lucania e il
magistero umano e culturale di Rocco Scotellaro. La prima, infatti, finora, era
stata, per De Napoli, una specie di “terra di mezzo” tra realtà e fantasia, un
punto di riferimento ideale e valoriale di cui, tuttavia, era difficile
saggiare l’effettiva consistenza nella realtà. Il secondo, invece, è stato a
lungo, per il poeta lucano-cassinate, parte di un personale ed eterogeneo Pantheon letterario ed etico-civile in
cui ora trovano una esplicita e liberatoria dimensione figure lontane eppure
vicine sul piano affettivo come Cesare Pavese e Pier Paolo Pasolini, accanto a
Leonardo Sinisgalli e ad altri autori lucani ritenuti “minori” come Isabella
Morra, Albino Pierro e Vito Roviello menzionati nel poemetto.
In Ventilabro la Lucania abbandona ogni
ambiguità e si mostra, finalmente, come luogo dell’anima privo di qualsiasi
realtà oggettiva («In labirinti di svelati non luoghi l’anima vinta / si
perde e si sazia. Placata, è resa alla terra»), mentre a Rocco Scotellaro l’autore
riconosce una assoluta priorità rispetto agli altri, pur valenti maestri
incontrati lungo il cammino – e da questa presa d’atto deriva il sottotitolo
del libro.
A monte di
questo discorso ci sono, ovviamente, motivi provenienti dal vissuto biografico
di De Napoli, da sempre attento studioso di letteratura lucana – ma non solo,
si capisce – nonché figlio di una terra da cui è stato strappato quando era
ancora in fasce.
Come emerge dalla
Prefazione di Emerico Giachery, il carico di lavoro quasi decennale che ha
comportato Ventilabro ha richiesto uno studio prolungato «anche
sul piano del linguaggio» - pur trattandosi, in ultima analisi, di lemmi e di espressioni
non troppo ricercate. E sarebbe errato desumere il contrario, poiché De Napoli ha
sempre mostrato di prediligere una assoluta aderenza lessicologica alla realtà
oggettiva, che egli tuttavia riconosce come lo specchio infedele della sua coscienza.
Sono locuzioni e voci “di strada” che attingono al parlato comune, ovvero ad
espressioni dialettali facilmente riconoscibili e traducibili -, per quanto
tutto ciò imponga un certo impegno da parte dei lettori non lucani, ai fini di
una adeguata e corretta comprensione. Il tentativo di chiudere i conti con
alcuni dei principali problemi a monte della sua ricerca poetica, infatti, obbliga
De Napoli a un surplus di lavoro linguistico che lo porta ad adottare un
lessico assai eterogeneo ma non dottorale, pronto ad accogliere forme
dialettali insieme con rari aulicismi (scelti con estrema cura) catturati nella
loro autentica, e proprio per questo simbolica essenza, in un impasto che
conferisce un’aura ieratica al discorso. Del resto non poteva essere
altrimenti, specie per un poeta che intende cantare i valori perduti di una
terra che egli riconosce ormai viva soltanto nel suo cuore.
Francesco De
Napoli
Ventilabro - Scotellariana.
Edizioni
Graphisoft, Roma, 2019, p. 48.
domenica 17 marzo 2024
PETIZIONE
SULLA SALUTE
La Lombardia SiCura
Link per
firmare
https://www.change.org/p/la- lombardia-sicura-firma-per- salvare-e-migliorare-la-sanit% C3%A0-pubblica-lombarda
Ciò che è
diventato il Disservizio Sanitario in Lombardia (e nell’Italia intera) è sotto
gli occhi di tutti. Da Servizio di cura si è trasformato in una delle
principali cause di morte per tutti noi, che pure lo sosteniamo con le nostre
tasse. Le liste d’attesa hanno raggiunto limiti intollerabili per chi non può
pagarsi visite e cure presso i privati. Solo una ristretta aristocrazia di
ricchi e benestanti ha diritto a curarsi e proteggere la propria vita? È così
che stanno le cose? Vi sembra umano? Vi sembra morale? Vi sembra equo e
democratico? Fino a quando abuserete della nostra pazienza? Abbiamo deciso di
agire, firmiamo in massa e facciamo firmare questo appello in ogni dove, in
ogni ambito. Scaricate il modulo e fatelo girare. [Odissea]
1. Centro unico di Prenotazione:
istituzione da parte della Regione entro il 30/6/2024 di un CUP, che dovrà
disporre delle agende di tutte le strutture, pubbliche e private
contrattualizzate, e di ogni specialità; sospensione dei contratti con quelle
aziende private che si rifiutano di consegnare le agende al CUP. Il CUP dovrà
fissare visite ed esami nel territorio di residenza (ASST) del cittadino/a
richiedente.
2. Abbattimento delle liste d’attesa:
a) attraverso un periodico controllo, da parte di Regione e Ats, sulle
strutture pubbliche e private accreditate, per verificare: che non siano chiuse
le agende, pratica vietata dell’attuale legislazione; la corretta gestione dei
fondi nazionali e regionali destinati all’abbattimento delle liste d’attesa;
l’assenza di qualunque pratica finalizzata a trasferire la richiesta del
cittadino/a dal pubblico al privato; b) interruzione temporanea
dell’intramoenia nelle strutture sanitarie che non rispettano i tempi di attesa
relative alle classi di priorità indicate dai Medici di Medicina Generale; c)
monitoraggio e controllo attività a pagamento delle strutture private (tempi di
attesa).
3. Medici a gettone (non
dipendenti): rispetto rigoroso della legislazione e delle delibere che
prevedono la soppressione della pratica del medico a gettone sotto qualunque
forma si realizzi. Stabilizzazione a tempo indeterminato del personale
sanitario precario, assunzione di medici, infermieri e ostetriche,
riconoscimento e valorizzazione, anche economica, a partire dal contratto
nazionale, del lavoro di tutti gli operatori sanitari.
4. Residenze Sanitarie Assistenziali
e anziani: miglioramento dell’insieme dei servizi per anziani: case
popolari dignitose, assistenza domiciliare, servizi vicini a casa (negozi,
ambulatori, attività culturali e sportive), piccole residenze comunitarie. Per
le persone ospitate nelle RSA e nelle ASP prevedere che la copertura dei costi
sanitari sia tutta a carico di Regione, sgravando le rette alle famiglie da
qualunque costo sanitario (almeno 50% retta), così come prevedono le leggi sui
Livelli di assistenza. Monitoraggio delle cure e della loro appropriatezza
anche al fine di individuare eventuali pratiche coercitive. Istituzione da
parte della Regione di un sistema di indicatori di qualità e pubblicazione
periodica dei risultati.
5. Servizi Territoriali:
diffusione e potenziamento dei servizi territoriali dotandoli di tutte le
risorse, il personale e le professionalità necessarie alla qualità del loro
lavoro, e in particolare: consultori pubblici e servizi dedicati alla tutela
della salute sessuale e riproduttiva delle donne, servizi di salute mentale,
servizi di medicina del lavoro per la riduzione delle malattie professionali e
degli infortuni sul lavoro, servizi di prevenzione, sicurezza alimentare e
tutela dell’ambiente.
FANATICI E RAZIONALITÀ
di Luigi Mazzella
Prove di “premierato” della pulzella italica con l’ascia di guerra.
Il “Fatto
Quotidiano”, in data 15 marzo 2024, scrive che “l’Italia, scimmiottando il
Regno Unito, la Francia e la Germania” si sarebbe legata “per i prossimi dieci
anni, con un accordo di difesa militare a una Nazione in
guerra, sostenendo l’ingresso di Kiev nell’UE e nella NATO e promettendo “nel
caso di futuro attacco della Russia consultazioni nelle 24 ore per decidere il
contrasto all’aggressione”. Il giornale
aggiunge testualmente, senza mostrare apertamente sconcerto: “Sembra che
(l’accordo) sia stato negoziato direttamente dalla Presidente del Consiglio,
senza che la Farnesina di Tajani abbia avuto un ruolo”. L’articolo, a firma di Elena Basile, non si ferma
qui e lasciandoci comunque nel dubbio sulle sorti del mite Tajani (visto
il rapporto precedente, nell’Esecutivo fascista di Mussolini, del
Capo del Governo con il suo Ministro degli Esteri che pure era un suo
congiunto) così prosegue: “Papa Francesco di tanto in tanto pronuncia
parole cristiane e umane che non vengono comprese” e cadono in un deserto
di odio. In realtà esse cadono, a mio
giudizio, in un terreno (quello Occidentale) che essendo stato irrigato
per duemila anni da acqua cattolica, protestante, ortodossa, giudaica (e
da un po’di tempo islamica), idealistica tedesca di destra (fascismo) e di
sinistra (comunismo) non è un “deserto” ma una palude limacciosa, un ammasso di
sabbie mobili dove trovano la morte, insieme alle parole ragionevoli del Papa, anche
i tanti malcapitati esseri umani che vi precipitano. Le parole del
Pontefice, però, sono, a mio giudizio, l’espressione
personalissima di una sua umanità che non trova alimento né nel
Cristianesimo (ben rappresentato dalla Curia a lui ostile e dallo IOR
interessato alla vendita di armi) che nei secoli ha fatto strage di
infedeli né nel suo “preteso” sinistrismo politico, realizzato, ovunque,
con comunismi di varia denominazione e con non dimenticati atti di ferocia e di
atrocità. Un miracolo, quindi? Il termine è inappropriato per un
laico. La sostanza è, a mio parere, quella di un residuo storico
dell’antico empirismo sperimentale e razionale dei progenitori greco-romani del
Papa, oriundo italiano: un residuo di libertà e razionalità sopravvissuto
(cromosomicamente?) all’impetuoso “tornado” di irrazionalismo giunto sullo
Stivale dall’Est Mediorientale e dal Nord Teutonico. Libertà e razionalità, d’altronde, vanno di pari
passo. Non si è liberi in presenza di irrazionalità dominanti accettate per fede
o per fanatismi ideologici, a causa del loro assolutismo intollerante: le
une e gli altri spingono alla sottomissione dei dissidenti, alla guerra, alla
lotta, allo sterminio dei “diversi”. Dal suo
bagaglio culturale, Francesco, con ricorso alla razionalità, ha espunto
persino il motto contraddittorio del fondatore del suo ordine, Ignazio de
Loyola (“non si deve uccidere un uomo ma se egli è nemico di Dio santa sarà la
sua uccisione”). Per gli atei razionalisti e
per gli esseri umani nemici di ogni fanatismo politico di stampo ideologico le
parole di Francesco “cadono” non nel deserto, come teme Elena Basile, ma
in un terreno fertile e fecondo. Il problema dell’ambasciatrice comunque
c’è: in un Occidente pieno di “credenti”: religiosi intolleranti e utopisti
politici irriducibili e implacabili, “l’invito alla ragione” di Francesco,
che si è dimostrato uomo libero e razionale, da quanti potrà essere
ascoltato e condiviso? Soprattutto se si considera che religiosi o
politici sono “tutti” passati progressivamente sotto il manto degli Stati Uniti
che hanno offerto a popolazioni varie il loro ombrello protettivo grondante di
sangue? Domanda finale: Si può
intendere come un segnale incoraggiante l’ultima dichiarazione del Capo dello
Stato Italiano?
CON LE ARMI SI FA LA GUERRA
Lettera aperta alla città di Palermo
A Palermo si terrà, dal 17 al 20 marzo 2024, la quarta edizione
del “Forum Internazionale per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità”. Destinatari
dell’iniziativa sono le giovani generazioni ed in particolare le studentesse
/gli studenti delle Scuole superiori, universitari, cadetti di accademie
militari. Come persone impegnate in città, per la Pace e nella formazione alla
Nonviolenza, esprimiamo le nostre forti riserve sull’iniziativa in oggetto.
L’iniziativa ha lo scopo – non celato – di sollecitare i giovani a iscriversi
in Accademie e College per intraprendere la carriera militare (sul sito di https://psp-forum.org/about/
si legge, al primo punto, che il Forum “mira a collegare i nostri giovani con i
valori e le istituzioni che hanno reso le nostre società pacifiche, sicure e
prospere” – dando evidentemente per ovvio che le Forze militari siano istituzioni
di tal genere). Noi siamo convinti invece che la Pace non verrà mai dalle armi,
che i giovani non vanno addestrati al loro uso, ma educati alla risoluzione
nonviolenta dei conflitti, secondo una linea di studi ben radicata anche nella
ricerca accademica (pensiamo, per esempio, all’ampia produzione teorica
diventata ampio impegno pratico della mediazione dei conflitti anche
internazionali da Johan Galtung, recentemente scomparso). La pace non si
costruisce con gli eserciti. Spesso anche le "missioni militari di
pace" sono risultate essere guerre camuffate, e lo abbiamo visto più
volte: Iraq, Afghanistan, Libia, Somalia. Anche in considerazione dell’attuale
contesto di crescenti conflitti in Europa e in Medioriente e delle parole di
Papa Francesco sulla necessità della promozione della cultura di pace, noi
abbiamo incrementato l’impegno in vari contesti per una formazione alla
nonviolenza sulle strade di Gandhi, Lanza del Vasto, Aldo Capitni, Johan
Galtung... Alcuni di noi sono impegnati per l’istituzione in Sicilia di un
“Centro per la formazione alla nonviolenza”, una sorta di Scuola che cambi radicalmente
paradigma e forme della risoluzione dei conflitti. Non è più tempo infatti di
parate militari né di issa-bandiera. È tempo semmai di issare bandiere della
pace da tutte le parti. Se una ‘guerra’ l’umanità tutta è chiamata a fare oggi
è la lotta al cambiamento climatico e alle sue funeste conseguenze per il
nostro pianeta e i suoi abitanti. Ai nostri concittadini invitati alle quattro
giornate del convegno, di chiara impronta militarista, suggeriamo di non
partecipare o, qualora decidessero altrimenti, chiediamo di far presente, ai
militari e agli esperti di guerra, che la nostra terra e la nostra città, al
centro del Mediterraneo, hanno una vocazione e una storia millenaria di
incontro, di accoglienza e di convivenza pacifica tra popoli diversi per
culture e tradizioni religiose e che è in linea con tale vocazione che
desideriamo, dalle istituzioni che ne hanno la competenza, di essere formati.
Per la gestione dei conflitti sta infatti crescendo nel mondo una nuova
consapevolezza: che la difesa armata non è adeguata a garantire la pace; che è
necessario costruire modalità di difesa non armata e nonviolenta già
sperimentate efficacemente in varie parti del mondo; che l’Europa potrà dotarsi
di Corpi Civili di Pace; che l’ordinamento italiano ha istituito il servizio
civile come forma di servizio sostitutivo di quello militare; che la nostra
Corte Costituzionale ha dichiarato che la difesa armata non è l’unica forma di
difesa possibile e che pertanto è legittimo obiettare al sistema militare,
addestrandosi al contempo a forme nuove di difesa non armata e nonviolenta per
le quali chiediamo ad alta voce che lo Stato italiano favorisca contesti di
formazione. Ogni giorno sta crescendo nell’opinione pubblica l’idea che una
terza guerra mondiale, anche con armi atomiche, non sia improbabile e che
rientri nella rosa delle opzioni logiche e lecite: a questa tendenza folle e
suicida opponiamo, con tutta la mitezza e la forza di cui siamo capaci, il
nostro “no” più convinto.
Primi firmatari: Enzo Sanfilippo e Maria Albanese ( Comunità
dell’Arca) - Maria D’Asaro, Adriana Saieva e Jan Mariscalco (Centro palermitano
del Movimento Nonviolento) - Augusto Cavadi (Casa dell’equità e della bellezza
di Palermo) - Andrea Cozzo (Università di Palermo) - Don Cosimo Scordato (Rettore
della Chiesa di S. Giovanni Decollato all’Albergheria) - Don Franco Romano,
presbitero cattolico - Lucina Lanzara, compositrice, facilitatrice musicale, attivista
per la Pace - Maurizio Maria D’Amico, cantautore velista, attivista per la Pace
Simonetta Genova, insegnante - Lisa Caputo, attivista per i diritti umani,
Angela Trapani.